mercoledì 6 marzo 2013

Una favola di Igino

Mentre attraversava un fiume, l’Inquietudine scorse del fango argilloso, lo prese pensosa e cominciò a modellare un uomo. Mentre considerava tra sé e sé che cosa avesse fatto, sopraggiunse Giove; l'Inquietudine lo pregò di infondere lo spirito nell'uomo, cosa che ottenne facilmente da Giove. Ma siccome l'Inquietudine pretendeva di dargli il proprio nome, Giove glielo proibì e disse che invece bisognava dargli il suo. Mentre l'Inquietudine e Giove disputavano sul nome, si fece avanti anche la Terra, e sosteneva che bisognava imporgli il suo nome, dal momento che essa aveva fornito il proprio corpo (per plasmarlo). Allora presero come giudice Saturno; ma Saturno decise diversamente: "Tu, Giove, poiché infondesti lo spirito, dopo la morte dell'uomo riceverai la sua anima; tu, Terra, dato che fornisti la materia, riprenderai il suo corpo; l'Inquietudine, siccome lo ha modellato per prima, lo possieda per tutta la vita. Ma, dal momento che c'è disaccordo sul suo nome, sia chiamato uomo, perché fu creato dall'humus".

Ma dopo tutta questa storia, come si dice alla fin fine quello che qui è stradotto come Inquietudine? e qual è poi il senso ultimo di questa strana ed INQUIETANTE favola?

3 commenti:

  1. L'eterna condanna all'inquietudine, nessuna via di scampo!

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  2. l'inquietudine può rivelarsi un problema, ma è nell'uomo anche come arma di difesa... mi spiego: se l'uomo non fosse inquieto nelle cose potrebbe prendere decisioni sbagliate, ad esempio, se una persona dovesse passare su un ponte pericolante, ma non fosse inquieta, pesserebbe rischiando di cadere (se non cadendo), mentre l'inquietudine fà pensare alla paura di cadere per il fatto che è pericolante e gli darebbe un giusto tocco di buon senso... in poche parole l'inquietudine è umana, e non è sempre d'impiccio.

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  3. Immagino tuttavia che qui il concetto sia riguardante un inquietudne esistenziale, ovvero un continuo ricercare il senso ultimo del proprio esistere e del proprio agire, più che un qualcosa che potremmo anche assimilare all'instinto di sopravvivenza, quella paura sottile che ci fa stare sempre con le antenne sollevate!

    In tutto questo ancora non è venuto fiori il termine latino con sui il testo originario esprime questo concetto! coraggio!

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