lunedì 28 novembre 2011

I vecchi che aspettano la morte, di Virgilio Giotti

Vi lascio questa lunga, bellissima poesia. Poesia in dialetto triestino, vera, sentita, reale. spero piaccia a voi quanto da sempre piace a me.

I veci che ’speta la morte. di Virgilio Giotti, poeta.

I la ’speta sentai su le porte
de le cesete svode d’i paesi;
davanti, sui mureti,
5 co’ fra i labri la pipa.
E par ch’i vardi el fumo,
par ch’i fissi el ziel bianco inuvolado
col sol che va e che vien,
ch’i vardi in giro le campagne e, sotto,
10 i copi e le stradete del paese.
Le pipe se ghe studa;
ma lori istesso i le tien ’vanti in boca.
Pipe,
che le xe squasi de butarle via,
15 meze rote, brusade,
che le ciama altre nove:
ma za
le bastarà.
Se senti el fabro del paese bàter,
20 in ostaria ch’i ciàcola,
un contadin che zapa là vizin,
e el rugna
e el se canta qualcossa fra de sé
ch’el sa lu’ solo;
25 e po’ ogni tanto un sparo,
in quel bianchiz smorto de tuto,
un tiro solo, forte.

I veci che ’speta la morte.

I la speta sentai ne le corte,
30 de fora de le case, in strada,
sentai su ’na carega bassa,
co’ le man sui zenoci.
I fioi che zoga ’ntorno.
I zoga coi careti,
35 i zoga còrerse drio,
i ziga, i urla
che no’ i ghe ne pol più:
e quei più pici i ghe vien fina ’dosso,
tra le gambe;
40 i li sburta,
i ghe sburta la sedia,
i ghe porta la tera e i sassi
fin sui zenoci e su le man.
Passa la gente,
45 passa i cari de corsa con un strèpito,
pieni, stivai de òmini e de muli
che torna de lavor:
e tra de lori ghe xe un per de fie
mate bacanone,
50 che in mezo a quei scassoni
le ridi e ridi;
e le ga el rosso del tramonto in fronte.

I veci che ’speta la morte.

I la ’speta a marina sui muci
55 tondi de corde;
ne le ombre d’ i casoti,
cuciai par tera,
in tre, in quatro insieme.
Ma ziti.
60 I se regala qualche cica
vanzada d’ i zigàri de la festa,
o ciolta su, pian pian, par tera,
con un dolor de schena:
i se regala un fulminante
65 dovù zercar tre ore,
con quele man che trema,
pai scarselini del gilè.
A qualchidun ghe vigniria, sì,
de parlar qualche volta;
70 ma quel che ghe vien su,
che lu’ el volaria dir,
lo sa anca l’altro,
lo sa anca staltro e staltro.
Nel porto, in fondo, xe ’na confusion,
75 un sussuro lontan,
forte che se lo senti istesso.
I vaporeti parti
e riva drïo man.
I ciapa el largo, i va via pieni neri;
80 i riva driti, i se gira, i se ’costa,
i sbarca in tera
muci de gente
che se disperdi sùbito.
Resta solo el careto de naranze,
85 un per de muli
che i se remena tuto el dopopranzo
là ’torno,
e el scricolar sul sol del ponte.

I veci che ’speta la morte.

90 I la ’speta sentai su le porte
dei boteghini scuri in zitavècia;
nei pìcoli cafè, sentai de fora,
co’ davanti do soldi
de àqua col mistrà;
95 e i legi el foglio le ore co’ le ore.
In strada,
ch’el sol la tàia in due,
ghe xe un va e vien contìnuo,
un mòverse, nel sol ne l’ombra,
100 de musi, de colori.
I legi el foglio:
ma tute robe xe
che ghe interessa poco;
ma come mi i lo legi,
105 quando che ’speto su ’na cantonada
la mia putela,
che tiro fora el foglio
par far qualcossa,
ma che lèger, credo de lèger,
110 ma go el pensier invezi a tuto altro;
e un caminar, ’na vose,
che me par de sintir,
me fermo e ’scolto.

La 5 classico e la Città Eterna, Volume 1

Ma quanto so bbelli!

lunedì 21 novembre 2011

La morte secondo Epicuro

E abìtuati a ritenere che nulla per noi è la morte; poiché ogni bene e male è nella sensazione; d'altra parte è privazione di sensazione la morte. Di conseguenza una corretta consapevolezza del (fatto che) nulla è per noi la morte rende godibile la mortalità della vita, non proponendo un tempo infinito, ma eliminando il desiderio irrealizzabile dell'immortalità. Nulla infatti c'è di terribile nel vivere per colui che ha compreso autenticamente il (fatto che) nulla c'è di terribile nel non vivere. Cosicché sciocco (è) colui che dice di temere la morte non perché farà soffrire quando sarà presente, ma perché fa soffrire essendo sul punto di esserci. Ciò che infatti essendo presente non infastidisce scioccamente fa soffrire essendo previsto. Il più spaventoso dunque dei mali, la morte, (non è) nulla per noi, dal momento che quando noi ci siamo, la morte non è presente, quando invece la morte è presente, allora noi non ci siamo. Dunque non c'è per i viventi per i morti, dal momento che per gli uni non c'è, glialtri invece non ci sono più.

domenica 20 novembre 2011

Programmazione dal 21 al 27 Novembre

Ed è subito DICEMBRE!
1CL:
Lunedì: consegna e correzione verifiche, II declinazione
Venerdì: VERIFICA DI VERBI GRECI
Sabato:  II declinazione

3CL:
Martedì: VERSIONE IN CLASSE
Giovedì: letteratura greca. Omero
Sabato: Letteratura Greca, Omero

3CL-LL:
Lunedì: Stilnovo, Cavalcanti, letteratura comico realistica
Venerdì: Interrogazione
Sabato:Dante Inferno VERIFICA

3LST:
Giovedì:Conclusioni Stilnovo
Venerdì: Conclusione Stilnovo
Sabato: Dante Inferno VERIFICA

4CL: 
Martedì:Tucidide
Giovedì: Tucidide VERIFICA TEORIA

5CL:
Lunedì:VERSIONE DI GRECO 2
Martedì: VERIFICA CALLIMACO E APOLLONIO RODIO
Giovedì: Petronio
Venerdi: Petronio
Sabato: Teocrito

mercoledì 9 novembre 2011

il Trucco Sostenibile

Un argomento che non avrei mai pensato di affrontare in questo luogo è la cosmesi. 
E invece mai porsi limiti!
Vi lascio qui il link di un interessantissimo (e testato) sito, tramite cui si possono acquistare trucchi di tutti i tipi, rigorosamente su base minerale, anallergici ma sopprattutto ecologicamente sostenibili, in quanto non testati sugli animali, rispettosi dell'ambiente e come si dice "cruelty free"


giovedì 3 novembre 2011

fahrenheit 451

Eccoci alla terza sezione. mi dicono che ho fissato per domani la scadenza, mi scuso dunque per il ritardo con cui pubblico, ma per via del ponte, mi sembrava fosse venerdì prossimo!

Qui l'impressionante immagine del film, dove la vecchia signora viene avvolta dalle fiamme.

mercoledì 2 novembre 2011

Genitori e figli

Cari ragazzi,
mi scuso per l'assenza prolungata, ma a volte faccio fatica a trovare il tempo per tutto. Anzi, se qualche volta desiderate sostituirvi a voi, ben venga, basta mi mandiate il vostro "articolo" alla casella mail, con anche delle immagini se vorrete, e io pubblicherò tutto.

a parte questo, vorrei sottoporvi l'ultima riflessione. Sto correggendo due tornate di temi, i titoli essendo in classe terza, sono ancora molto ancorati alla sfera personale, perchè giustamente, da giovani,l'esperienza del mondo è limitata.
Bene, si parlava molto del rapporto tra voi, FIGLI e loro, GENITORI, problemi, incomprensioni, l'accusa di essere trattati sempre "come bambini"(la più frequente in assoluto), la mancanza di libertà, la difficoltà di intessere un rapporto che sia rapporto vero autentico e non quelo che un mio amico definiva come "portuale" (attracco, scarico merci,imbarco merci, ripartenza).

vorrei provare a provocarvi, ma so che non serve, qui di cose da dire ce ne sono tantissime.
Dall'albe della letteratura,della vita, si tratta di un rapporto difficile, si sono creati miti su questo, riletture psicologiche, molte religioni (noi compresi!) usiamo il concetto di paternità per definire il principale dei rapporti. Ma il DIALOGO, a volte, manca.
Vorrei ascoltare i vostri pareri, anche e come sempre anonimi. Seriamente, senza banalizzare il tutto, cosa vi manca, di cosa sentite il bisogno, da quali paure non riscono a proteggervi i vostri genitori, quali costrizioni vi impongono, come, insomma, cercare quella famosa "via comune" da tutti auspicata, ma da nessuno descritta nel concreto?