domenica 22 maggio 2011

Traduzione versione 4CL; il carattere si Annibale

Mai una stessa indole fu più adatta ad attività diversissime, obbedire e comandare. Pertanto difficilmente avresti potuto distinguere se fosse più caro al comandante o all’esercito; e Asdrubale non preferiva mettere a capo nessun altro quando si dovesse compiere qualcosa coraggiosamente e strenuamente, né i soldati confidavano o osavano di più sotto un altro comandante. Annibale aveva moltissima audacia per affrontare i pericoli, moltissima saggezza tra i pericoli stessi. Il (suo) corpo non poteva essere stancato né (il suo) animo vinto da nessuna fatica. Aveva la capacità di sopportare in modo uguale il caldo e il freddo; aveva una misura del cibo e delle bevande1 regolata dal desiderio naturale e non dal piacere; le ore del sonno e della veglia non erano (per lui) distinte né dal giorno né dalla notte: ciò che gli avanzava dal compiere le azioni era concesso al riposo; e quello (= il riposo) non era conciliato né da un letto soffice, né dal silenzio; molti spesso lo videro sdraiato per terra, coperto da un mantello militare, tra i corpi di guardia e le stazioni dei soldati. Il (suo) vestito non si distingueva per nulla tra (quelli de)i coetanei: si distinguevano invece le sue armi e i suoi cavalli. Era di gran lunga il primo tra i cavalieri e i fanti; in battaglia era il primo ad entrare, l'ultimo ad allontanarsi a battaglia finita. Grandi difetti eguagliavano queste tanti grandi virtù dell’uomo: crudeltà disumana, perfidia più che cartaginese, nessun rispetto del vero e del sacro2, nessun timore degli dèi, nessun rispetto per il giuramento. 

TESTO INTEGRALE, IVI COMPRESE LE RIGHE NON OBBLIGATORIE

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