domenica 25 settembre 2011

Domenica Mattina

Domenica, tarda mattina, scrivania, giornale caldo, il pc che come lo Stregatto di Alice fa le fusa dalla ventola. Finestra aperta per far entrare questo sole di settembre a scaldarmi un po'. Nell'aria la voce di un bambino che si intreccia e s'accavalla a quella di un vecchio: recitano l'alfabeto in inglese, ridono, cambiano materia, fanno grammatica, storia, ridono, si raccontano la vita.
Li ascolto, perchè vederli non posso, oltre la siepe del giardino che ci separa, e penso , e mi chiedo cosa si rompa, cosa accada perchè dieci anni dopo io guardi nel fondo degli occhi di quel bambino di dieci anni prima, e vi legga la noia, la supplica di non infierire con il sapere, la richiesta di permettergli di non pensare. Credo ancora che sia possibile imparare divertendosi, che la risata faccia bene a qualsiasi lezione, ma sempre di più siete molto più seri di me, arrabbiati, musi lunghi sui libri, mani che acconciano capelli o scorrono tra le perline di un braccialetto con la tristezza di chi sta accarezzando i capelli di un moribondo. Cosa cambia? come dobbiamo cambiare, cosa dobbiamo cambiare?

20 commenti:

  1. Cosa cambia? Tutto. Dal modo di vedere le cose alla consapevolezza di ciò che ci circonda. Come, cosa dobbiamo cambiare? Verrebbe da dire "tutto".. è difficile definirlo con precisione, ed è proprio questo il punto. Parlo in generale però, non solo in riferimento al sempre più comune atteggiamento a scuola che ritengo essere solo una conseguenza di molto altro..
    Uscendo di casa la mattina, leggendo i giornali, ascoltando i discorsi della gente.. tutto intorno a me continua a ripetermi che il mondo sta andando a rotoli, che c'è la crisi, che ci sono milioni di problemi e che ci sarebbero milioni di soluzioni che tante, troppe volte l'egoismo umano, forse, rende impraticabili. Mi dicono "voi giovani siete il futuro", ma non è facile pensare ad un futuro vivendo un presente come questo.
    In relazione alla "fame di sapere", ritengo sia una cosa soggettiva. Per quanto mi riguarda, potrò sembrare non normale forse, la scuola, il sapere che ogni giorno mi viene (mi piace pensare) tramandato, è una delle poche cose che mi aiuta a riflettere, a sperare in un domani un po' migliore. Anche perché se c'è un posto dove mi hanno sempre detto "se ci credi ce la farai", oltre a casa, è proprio a scuola. C'è tanta voglia di cambiare, prof., ma a chi di dovere manca il coraggio.
    E così le aspettative cadono sempre tutte su di noi. Noi che però siamo i giovani scapestrati, apatici e immaturi. Mi sembra che a questo punto non siamo solo noi ad essere un po' confusi, anzi..

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  2. Grazie intanto per l'intervento. Non pensavo assolutamente qualcuno scrivesse.
    Quello che continuo a notare è la mancanza di un atteggiamento ameno resistenziale. Lo intravvedo ancora in qualche ragazza, ma vedo i maschi vostri coetanei sempre più persi.
    Condivido con te la dimnsione consolatrice del sapere, ma gli anni portano a preferire la vita al libro, purchè si voglia lottare.
    Io poi facevo un'altra riflessione che forse è rimasta in secondo piano; cosa cambi tra il bambino che si diverte ad imparare e l'adolescente non volerlo fare, incorrendo in sofferenze, note, castighi, reclusioni e quant'altro.

    Quanto al futuro,e al coraggio di cambiar, penso bisognerebbe ammettere che non si debba parlare tanto di coraggi, quanto del fatto che non si abbia l'interesse a cambiare. ricordo l'anno scorso di aver discusso della meritocrazia in una delle mie ex quinte e di aver sentito da loro che credevano più nelle raccomandazioni che che nel valore dell'individui. 19 anni e molti più cinici di me. questo è ciò che provo a cambiare, ma sempre le mie restano parole non capaci di cambiare l'idea che permea la maggior parte delle vostre giovani menti.

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  3. Questo Suo post lascia, innegabilmente, a Riflettere.

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  4. Forse questo ("le mie restano parole non capaci di cambiare l'idea che permea la maggior parte delle vostre giovani menti") è quello che pensa Lei, ma non ritengo sia del tutto vero. Già il fatto che le sue parole facciano riflettere qualcuno significa che un qualche effetto lo hanno provocato...
    Secondo me Il bambino prova gioia nello scoprire, nell'affrontare qualcosa di nuovo e di sconosciuto, ne resta stupito, affascinato.. un po' come, se non ricordo male, diceva Pascoli.
    L'adolescente invece molte volte focalizza la sua attenzione su altre cose e la scuola passa così in secondo piano. Magari proprio perché questa lo costringe a riflettere e a pensare, magari, più banalmente, soltanto perché ha trovato qualcosa di meglio da fare..
    E di conseguenza si diventa (anche senza accorgersene) un po' apatici, disinteressati, estranei a tutto tranne a quello che davvero ci interessa.

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  5. Cosa è cambiato tra quel bambino e l'adolescente che sono ora?
    Quando ero bambino mi aiutavano a imparare, mi divertivo, sentivo che chi mi insegnava mi voleva bene.
    Adesso i proff mi dicono STUDIA! altrimenti TI BOCCIO!

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  6. Aggiungo una notazione di carattere prettamente didattico: quando ero bambina, ho detestato la mia maestra, era piena di preferenze, mai mascherate, aparteneva ancora alla generazione delle vecchie maestre, quelle che usano l'umiliazione come strumento didattico. Premetto anche che andavo bene alle elementari e che quindi non ho mai subuto tutto questo. Bene; in tutto ciò non ho mai sentito la necessità che la scuola passasse attraverso il canale dell'affettività. Insomma, non ho mai percepito che lo studiare fosse merca da scambiare in termini di affetto, e sempre cosiderto la bocciatura come una naturale e giusta conseguenza del non compiere il mio dovere, esattamente come ritengo oggi naturale che na persona venga licenziata se non fa il suo lavoro. Anche su questo bisogna riflettere: molto spesso la scuola si basa per voi sulla necessità dell'esistenza di un rapporto affettivo, ma perchè? forse pùò essere un "in più" rispetto alla scuola di una volta, ma siamo sicuri che sia proprio la scuola la giusta sede per scambi commerciali tra "studio-dovere" e "riconoscimento di merito-affetto"? non so, non ne sono convinta...

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  7. scusi prof ma io non mi riferivo alla mia maestra ma alla mia mamma :(
    in fondo la sua riflessione è cominciata da un bambino e da un vecchio (forse era il nonno ..)
    Ora mi devo arrangiare, ovvio che né mamme né nonni mi possono o devono aiutare a studiare. E' una mia scelta (?) e me la devo cavare da solo, lo so!
    Non è l'affetto che cerco da chi vuole insegnarmi qualcosa, quello lo ricevo lo stesso se riesce a convincermi del perché devo studiare.
    Se ci riesce, suo malgrado, mi vuole bene.

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  8. Io credo che non tutti cambino poi cosí tanto tra la fanciullezza e l'adolescenza... Amavo da piccola scoprire le lettere dell'alfabeto, come mi sono sentita effervescente ed eccitata nello scoprire quelle greche... Come, ancora, non finirò mai di amare dalle piccole storie ed aneddoti degli antichi alle singole regole grammaticali (il fatto che io non e ricordi è del tutto tralasciabile......). Posso capire che lei forse non riesca a leggere l'entusiasmo, ma io vedo in ricreazione gruppetti di ragazzi (e dico ragazzi intendendo proprio il sesso maschile) che si ritrovano a discutere di filosofia che poi va a sfociare in pura chimica attraverso non si sa quale percorso! Sebbene io non possa spesso partecipare a queste conversazioni, per il semplice fatto che non riuscirei a sostenere un dialogo del genere, mi diverte ascoltarli... E mi sorride il cuore pensando a quello che stanno facendo!
    Poi, ovviamente, ci si volta un attimo e intorno spesso vi è una devastazione di occhi spenti... Ma io credo ancora nella mia generazione... Forse sono troppo ottimista, ma sono sicura che riusciremo a rimediare a tutto questo disordine... Confido in noi :)

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  9. Prof io due cose da dire:
    1. Di tutto ciò la conclusione è che la scuola è il nostro lavoro e come tale deve essere svolto bene PER NOI.
    2. Provo entusiasmo e interesse solo nella letteratura greca e in quella latina ;)
    Vogliamo parlare di Euripide? Ahahahahah :)

    Da piccoli si ha più voglia di imparare perché il nostro bagaglio culturale necessita di essere ampliato e sentiamo il bisogno di rendere ciò possibile, da adolescenti probabilmente non avvertiamo più la necessità dello studio poiché non abbiamo consapevolezza di cosa è veramente ineliminabile per il nostro futuro.


    Martina P.



    Martina P.

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  10. Non era mia intenzione scrivere due volte la firma.


    M.P.

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  11. E non ho scritto 'ho' all'inizio. Giornata distratta. Ok ora basta!
    Scusi.



    Martina P.

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  12. 1.assolutamente d'accordo con l'anonimo del "Forse questo ("le mie restano parole non capaci di cambiare l'idea che permea la maggior parte delle vostre giovani menti") è quello che pensa Lei, ma non ritengo sia del tutto vero".
    Le sue parole hanno più effetto di quanto pensi prof...e per fortuna! è per merito di persone come lei che ci sono quei discorsi in corridoio e (personalmente) è anche grazie a lei che, anche se non devo studiare, mi capita di pensare con piacere alla filosofia o al mondo greco\latino...pensieri che poi sfociano in ardite considerazioni su somiglianze e differenze con il "giorno d'oggi", ma questo è un altro discorso.


    2.non ho grande fiducia nei miei coetanei per natura, ma allo stesso tempo non mi piace demoralizzarmi. VOGLIO credere che in poco tempo smetteremo di giocherellare con i braccialetti e, dopo esserci legati bene i capelli, cominceremo a pensare.
    e, per i più pessimisti, se non bastasse "meglio tardi che mai" posso aggiungere anche "la speranza è l'ultima a morire".

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  13. Mi scuso per il ritardo con cui torno a scrivere. Ho letto i vostri commenti e sono molto contenta. soprattutto perchè è emersa la parte "sana" dell'essere studenti, e questo non può che rellegrarmi moltissimo. Vi ringrazio veramente tutti, non tanto per quello che avete detto, ma perchè lo avete concretamente detto, e questo fa la vera differenza tra chi porta avanti le proprie idee e chi no. Perchè se un uomo non è disposto a lottare per le prorpie idee, o sono idee da poco, o è un uomo da poco! Più pensiero, cultura e libertà per tutti!

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  14. ... quindi tutti d'accordo? devo studiare perché è mio dovere ... è il "mio lavoro"!

    e questo dovrebbe motivarmi? dovrebbe bastarmi?

    è un po' che rifletto; avevo preparato anche una bella analisi del paragone studio/lavoro e c'era di che riflettere: sono un triste operaio o un imprenditore creativo ed entusiasta? ho scelto io il lavoro che faccio?.. e la mia paga? ... e il mio datore di lavoro? ecc ecc

    Ma poi ho deciso di non ri-aprire la discussione perchè ho trovato di meglio ...

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    Il primo giorno che vorrei
    di Alessandro D'Avenia

    Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente? Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo, quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo.

    Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io?

    E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No. Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini. Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce.

    -segue-

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  15. - continua-


    E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano. Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete, ditemelo.

    Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri. Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno. Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano.

    Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti.

    Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate solo l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi. E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite. Per questo, un giorno, vi ricorderò.

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  16. Bellissimo questo passo ma... Ma... Per quanto possa essere bravo un professore beh, la vita è la mia... Questo "lavoro" l'ho scelto IO, se non mi andava mi giravo su le maniche e mi mettevo a lavorare... Sono in una scuola che mi richiede impegno e passione, sì, é vero, ma ho scelto io, che diritto ho per chiedere che la passione e l'impegno vengano prima di tutto messi da un terzo? Mi hanno insegnato che posso pretendere qualcosa da qualcuno solo se ho dato il 1000 per cento di me... E se anche questa cosa potesse non sembrarti giusta allora vorrei solo darti modo di fermarti un attimo a guardare gli insegnati che hai: manca forse a qualcuno una sola delle caratteristiche elencate da D'Avenia? Tutti amano il loro lavoro e l'argomento che insegnano... Se non riusciamo a capirlo é semplicemente perché noi non diamo loro la possibilità di poter esprimere la loro irrefrenabile passione, perchè, fidati, un lavoro del genere non si fa se manca la passione...

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  17. pollici, alluci, mignoli in su per l'anonimo collega qui sopra

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  18. Se riesci a trovare un lavoro all'età di tre anni al posto di andare a scuola perché non ti piace a me va bene. Andare all'asilo, a scuola non è una scelta nostra, bensì dei nostri genitori per il nostro futuro.

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  19. Non tutti gli studenti hanno "musi lunghi sui libri, mani che acconciano capelli o scorrono tra le perline di un braccialetto".. questa è apparenza che danno tutti gli studenti ma dentro di noi si nasconde un mondo che spesso i professori non riescono a vedere.
    non so perchè sembriamo così apatici alle volte, penso sia l'età! con le mille esperienze nuove che ci capitano oltre alla scuola è difficile stare fermi a studiare per cercare di ricordare per ore cose che probabilmente non serviranno a niente... la vita degli adolescenti è fatta di cose o meglio, di ricordi che si imprimono in meno di pochi secondi nella memoria! non servono ore per ricordare le cose veramente importanti per noi(come invece dobbiamo fare per la scuola).
    però visto la strada che abbiamo scelto, un liceo in mio caso, la nostra vita comprende anche lo studio e mi creda prof! io passione da parte dei professori la vedo ogni giorno! e i ragazzi se ne accorgono.. non è la prima volta che alla fine di una sua lezione i noi alunni restiamo un po' disorientati per la passione trasmessa.. magari non sembra, ma le lezioni ci interessano davvero! non penso che tutti i ragazzi facciamo i compiti solo ed esclusivamente per paura delle note sul registro o nel diario...sarebbe assurdo.

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  20. "manca forse a qualcuno una sola delle caratteristiche elencate da D'Avenia? Tutti amano il loro lavoro e l'argomento che insegnano... Se non riusciamo a capirlo é semplicemente perché noi non diamo loro la possibilità di poter esprimere la loro irrefrenabile passione, perchè, fidati, un lavoro del genere non si fa se manca la passione..."

    Pienamente d'accordo.. tante volte diamo tutto per scontato e non ci rendiamo conto di quanto fortunati siamo ad avere "al nostro fianco" persone valide da tutti i punti di vista come la maggior parte dei nostri prof.. Forse dovremo imparare a dire qualche volta in più "grazie".

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