sabato 16 aprile 2011

Moussakà o Tzatziki?

cari ragazzi, deposito un post scrittomi da Maria S, sempre inerente alle nostra amata grecità!

Carissimi lettori,
dopo una breve ricerca sul uéb, vi propongo oggi un piccolo approfondimento sulle abitudini alimentari dei nostri simpatici e (abbastanza) gioiosi amici greci antichi.
Dunque...
L’uomo ateniese, prima di uscire di casa alle prime luci dell’alba, consumava un leggero pasto
(“acratismos”), che di solito consisteva in un piccolo pane d’orzo o di grano intinto in un po’ di vino puro,cioè “acratos”. Se era particolarmente affamato di prima mattina, poteva rendere un po’ più abbondante questo primo pasto con olive o fichi…
Verso il mezzogiorno o nel corso del pomeriggio, il nostro ipotetico ateniese modello faceva un pasto assai sommario e rapido, detto “ariston”. C’era anche chi si concedeva una specie di merenda verso sera (hesperisma) ma il pasto di gran lunga più abbondante aveva luogo di solito alla fine della giornata o anche di notte: la cena (“deipnon”).

Al di là dei banchetti, tra i cibi più comuni (denominati “opson” ) vi erano olive, legumi, cipolle, carni e pesci. Il pane più comune era la “maza” una sorta di galletta fatto con farina d’orzo, e l’”artos”, un piccolo pane bianco rotondo consumato prevalentemente nei giorni di festa. La carne era per lo più cotta allo spiedo, o alla griglia. Erano graditi tutti tipi, sebbene fosse preferita quella di maiale. Facendo riferimento ai tempi omerici non si parla mai di polli o di altri volatili, consumati solo in caso di carestia, ma nell’età di Pericle, quando il gusto e la gastronomia dei greci si affinano, trovando anche i loro cultori e i loro maestri, essi diventano una leccornia, insieme al pesce.
Il pasto, come nelle migliori tradizioni, poteva finire con un “dessert” (tragema): frutti freschi o secchi, soprattutto fichi, noci e uva o dolci al miele.

(per maggiori info: antichi.masempreattuali@polis.gr)

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