martedì 24 agosto 2010

Generazione Boomerang

Generazione Boomerang: così viene definita la generazione dei ventenni statunitensi che oggi si dibatte tra i gravi problemi della crisi economica. Il termine/ concetto viene poi traslato qui nel vecchio continente, flettendo gli annessi e connessi e ricavandone un distillato che suona più o meno così.

siete incapaci di prendere decisioni concrete, tendete a rimandare a domani un po' tutto. Decidere vi spaventa, vi annienta, meglio siano gli altri a farlo per voi, e soprattutto meglio farlo il più tardi possibile. Meglio ancora se una decisione può non essere definitiva.

Il mondo del lavoro non è in grado di assorbirvi e vi si chiedono moltissimi titoli di studio, non riuscite a mantenervi e tornate a casa a vivere in famiglia (da cui il boomerang).Qui però è evidente che per ben noti fattori culturali il discorso andrebbe allargato in termini di età. La laurea non basta più. Però siete lenti a studiare (dicono quindi che toglieranno un anno di liceo). Peccato che la lentezza non sia al liceo, ma all'università. Peccato che si sia visto che le leuree brevi non contano assolutamente nulla, a meno che non si abbiano le idee ben chiare. E intanto il tasso culturale si abbassa.

Nel frattempo (dicono) siete una generazione (e adesso arriva uno dei termini più brutti dell'ultimo decennio) ipersessualizzata, bombardata dalla sessualità fin dalla primissima adolescenza e PERO' quasi totalmente disinformata sui come e sui perchè, nonchè su cose che (dicono) la generazione precedente conosceva benissimo (vedi AIDS, annessi e connessi). A compensare tutto ciò siene emotivamente instabili, se può consolarvi.

A quanto si dice poi siete privi di valori positivi: dove per positivo si intende che un valore abbia una forza propositiva e di cambiamento. Un' alta percentuale dei vostri coetanei statunitensi, figli delle generazione '60, ammette o denuncia una mancanza di valori pressochè totale.

Ultima chicca: secondo lo studio site figli di una generazione di genitori che si sente realizzata se vi vede felici e appagati e perciò siete viziati, con tutte le debite conseguenze. Insomma non conoscete il concetto di rinforzo positivo e negativo.

Questo dicono di voi gli ultimissimi studi sociologici: non male, vero?

9 commenti:

  1. Mi permetto di dire prof che in parte non è neanche colpa nostra perché ogni generazione successiva alla nostra verrà reputata peggiore della/e precedente/i. Penso dipenda anche e soprattutto dai genitori. Ad ogni modo quanto scritto è vero, ma non per tutti di certo.

    Martina P.

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  2. Sono d'accordo, è una regola generale quella per cui si tende sempre e comunque ad idealizzare il passato. D'accordo anche per il fatto che non valga per tutto. Spiegami come la vedi sulle responsabilità dei genitori, mi interesserebbe.

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  3. Io penso che alla fine il modo in cui i genitori crescono i proprio figli è determinante per il futuro dei figli stessi. Per cui il fatto di viziare i propri figli o di non educarli o, peggio ancora, di lasciare che facciano ciò che vogliono chiaramente porta in qualche modo il figlio a tenere un atteggiamento che permette subito di farsi un'idea (magari anche sbagliata) in quale contesto è cresciuto. Le nostre azioni di fatto sono conseguenze di ciò che c'hanno insegnato; poi c'è anche chi è abbastanza intelligente da capire che quella insegnatagli non è la strada giusta e se ne rende conto da solo. Dipende da persona a persona. Io la penso così.

    Martina P.

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  4. Sì capisco perfettamente il punto di vista e lo condivido. il problema è che credo lo condividano anche i genitori e allora i conti non mi tornano più. Però l'articolo dava spunto a delle belle riflessioni.

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  5. Beh probabilmente ci si rende conto di tutto quando è già tardi, anche i genitori. Forse è così. Sì articolo davvero interessante anche se mi ritengo offesa! Io non mi vedo molto in questa descrizione! Ammetto che c'è mooolta gente così però!

    Martina P.

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  6. E' vero, i genitori condividono ma non dimentichiamo che quasi sempre "viziati" sono i figli degli altri...

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  7. Rispondo come posso all'ultimo commento che, nella sua estrema laconicità ci rimanda ad un problema più vasto, ovvero alla capacità, mi sembra di capire, di valutare noi stessi e le nostre azioni. Ritengo poi che quando una nostra azione ricada su altre persone in modo così diretto (cioè nel modo in cui si riflette sui figli l' "atto" genitoriale) la valutazione sia complicata dal fatto che l'azione debba essere ponderata non solo nel presente, ma forse molto di più come atto in fieri. Pensate che si rifletteva giusto oggi in riunione sull'opportunità/necessità di facilitare gli apprendimenti, dove per facilitazione si intende non tanto l'abbassare il livello quanto piuttosto la capacità di trovare vie che permettano apprendimenti più veloci ed efficaci. Mi chiedevo allora, - e mi dispiace che la domanda rimanga in qualche modo confinata qui sul retro - se l'evitare la fatica di adattare la propria mente alla materia, di trovare individualmente strade autonome per l'apprendimento , non sia un'ulteriore strana modalità di viziare.
    al momento non so darmi risposta.
    e comunque sì , sono sepre i figli degli altri quelli viziati, e il tronco nel proprio occhio è sempre difficile da scorgere.

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  8. Facilitare l'apprendimento forse risponde alla necessità che ha la scuola di dare risposte in tempi brevi a genitori preoccupati per gli insuccessi scolastici e a studenti poco interessati al percorso di studi scelto senza convinzione; mi chiedo cosa accadrà quando, terminati gli studi, nella vita non ci saranno più queste attenzioni.

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  9. Caro Anonimo, mi sembra che questa volta la risposta tagli in due il bambino, un po' come Salomone. Io credo invece che l'apprendimento facilitato sia uno sviluppo (positivo e negativo lo vedremo, anche se sicuramente non posso dirmi ottimista) del fatto che sempre di più la Didattica tenda a porre al centro dell'ottica scolastica lo studente come individuo e non più lòa classe come insieme omogeneo. Non so se l'accenno in questi termini al problema sia comprensibile anche nelle sue conseguenze...

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