
Il libro, edito nel 1922 per la prima volta, ottiene il meritato successo solamente in ventennio dopo e , con il passare del tempo, sempre più verrà sentito dai giovani come un manifesto della ricerca dell'identità, dell'inquietudine esistenziale, di una vita condotta alla ricerca dell'essenza e della felicità, sempre però con la capacità di giudicare oggettivamente, e con il coraggio di poter ricominciare tutto da capo.
Uno scritto che insegna il fatto che non bisogna mai considerarsi "arrivati", che siamo sempre materia mobile e in divenire.
La conoscenza è un tutto, che deriva da ogni esperienza dell'esistenza, capace di renderci liberi, nel giudizio e nel pensiero, e solo così unici.
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